Autore: Cristina Mosca
Un giorno l’odore dell’aria cambiò. La primavera si era presa una vacanza e il suo posto era stato preso da un sentore innaturale, pastoso, come di vaniglia resa umida dalla pioggia. Ludovica e Valerio passeggiavano lungo la via biscottata che li avrebbe portati al parco. I giochi di luce color pistacchio sul pelo di Ludovica e quelli smeraldo sulle squame di Valerio li rendeva più allegri del solito, anche se allegri ci erano a prescindere: quel giorno la mamma aveva regalato loro due granelli di zucchero a testa, per comprare il gelato più grande che fossero riusciti a trovare. Il posto più adatto per cercarlo era sotto l’ombra di qualche grande foglia di menta, o dietro una grossa stecca di liquirizia: era lì che i gelatieri si fermavano, di solito.
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Cristina Mosca, classe 1980, nasce a Giulianova ma a venti anni si trasferisce nel Pescarese, dove attualmente vive e lavora. Laureata in Lingue e letterature straniere, dal 2007 è giornalista pubblicista. Nel 2005 esordisce con il romanzo breve “Chissà se verrà alla mia festa”, pubblicato dal Premio Valerio Gentile (Schena); nel 2006 pubblica la silloge “Pierrot scalzo” (Tracce). Nel 2007 esce il suo secondo romanzo “E donne infreddolite negli scialli” (Schena). Del 2014 è la sua prima raccolta di racconti, “Loro non mi vedono” (Ianieri Edizioni), che apre la collana di narrativa breve “Bartleby”.