Autore: Alessio Romano
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Le chiacchiere e le risate spariscono e sembra di essere in una chiesa, di notte, ma a celebrare riti pagani. E una chitarra e una viola accompagnano il canto disperato di una donna (i musicisti avevano cenato nascosti in cucina), in quello che è il Fado (“destino”): un genere musicale intimamente connesso con la dimensione esistenziale di Lisbona. Una città distrutta nel Settecento dal più grande terremoto e tsunami mai visto in Europa, in cui le memorie ancestrali di navigatori fenici lontani da casa, di musicisti arabi sottomessi, di poeti erranti ebrei, di eretici cattolici, di chi è tornato dal Brasile dopo essersi scatenato in danze frenetiche con schiavi africani e indios sopravvissuti, si fondono tutte insieme in quella che è la capitale mondiale della saudade: il trovare felicità nella tristezza. Lo spettacolo dura al massimo due o tre canzoni; poi si riaccende la luce e si torna alle proprie chiacchiere e al proprio bacalhau, sia esso in sopa, concentrada, creme, salada, com abacate, crepes, falhadas o tortilha. E lo schiavo ritrova la sua libertà, l’indios la sua Amazzonia, l’arabo il suo harem, l’ebreo la sua Terra Promessa, il cattolico la sua reconquista e il viaggiatore il motivo stesso del suo viaggio.
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Alessio Romano è nato a Pescara nel 1978. Ha studiato Lettere a Bologna e a Roma, laureandosi con una tesi su John Fante, e Tecniche della Narrazione alla Scuola Holden di Torino. Ha pubblicato i romanzi Paradise for All e Solo sigari quando è festa, entrambi editi da Bompiani, e i racconti “Dimentica il Burundi” (in W Las Vegas, Las Vegas Edizioni) e “Violenza balneare” (in Meglio non morire d’estate, Giulio Perrone editore). Per NEO edizioni ha curato l’antologia Gli Stonati. Grande divoratore di coni gelato, il suo prossimo romanzo sarà dedicato alla città di Lisbona.